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I disturbi dell'alimentazione

 

I disturbi dell’alimentazione non hanno una causa sola. Oggi si ritiene che a determinare queste condizioni concorrano più fattori:

 

  1. alcuni aspetti della personalità (estrema dipendenza dell’autostima dal giudizio altrui e dai risultati raggiunti; perfezionismo); 

  2. relazioni familiari distorte; 

  3. possibili disfunzioni a carico dei sistemi implicati nella modulazione delle sensazioni di fame e sazietà; 

  4. fattori socio-culturali (messaggi dei mass-media che enfatizzano la magrezza quale prerequisito per il raggiungimento del successo e della felicità).

Il disturbo dell’alimentazione più conosciuto è l’anoressia nervosa. Si tratta di una condizione caratterizzata dai seguenti aspetti:

Distorsione dell’immagine corporea e paura patologica di ingrassare. La persona si sente grassa anche se è obiettivamente sottopeso, oppure percepisce come “troppo grasse” alcune parti del proprio corpo (in genere l’addome, le cosce, i glutei). Di conseguenza, per dimagrire, osserva digiuni prolungati, cerca di sbarazzarsi del cibo ingerito (attraverso il vomito e/o l’uso improprio di lassativi, enteroclismi o diuretici), o intraprende un’attività fisica eccessiva. Il risultato è un calo del peso corporeo al di sotto del livello minimo considerato normale per l'età e la statura.

Eccessiva influenza del peso e della forma corporea sui livelli di autostima. L’immagine distorta e negativa del proprio corpo influenza negativamente i livelli di autostima, per cui la persona prova sentimenti di incapacità e inadeguatezza, compensati solo in parte dalle sensazioni positive derivanti dall’attuazione di un rigido controllo della propria fame. Tali sentimenti possono spingere il soggetto ad un progressivo isolamento sociale, favorito anche dalla necessità di nascondere le abitudini alimentari incongrue.

Alterazioni organiche secondarie alla denutrizione. La perdita di peso è spesso accompagnata da problemi fisici, derivanti dall’inadeguata nutrizione. Il segno più caratteristico è la scomparsa delle mestruazioni (o il ritardo nella loro comparsa, nel caso di ragazze in età prepubere). Possono essere presenti, inoltre, demineralizzazione ossea, alterazioni cutanee, disturbi gastrointestinali, danni muscolari e turbe della funzionalità cardiaca.

Sindromi psichiatriche associate. Il quadro si può complicare per la comparsa di sindromi depressive, a volte con ideazione suicidaria, e disturbi d'ansia.

L’esordio avviene quasi sempre dopo una dieta intrapresa con lo scopo di perdere qualche chilo di troppo. Nelle fasi iniziali, la persona prova una sensazione di euforia vittoriosa per il raggiungimento dell’obiettivo del dimagramento; poi, con l’andare del tempo e col proseguire del calo ponderale, arriva un momento in cui la persona perde completamente il controllo sulla propria alimentazione, per cui il dimagramento prosegue senza alcuna possibilità di arrestarlo volontariamente.

La bulimia nervosa è una condizione caratterizzata dai seguenti aspetti:

Frequenti abbuffate alimentari. La persona prova, in vari momenti della sua giornata, un irresistibile desiderio di cibo, che sfocia in episodi di iperalimentazione incontrollata (abbuffate), durante i quali ingerisce quantità massicce dei più svariati alimenti ed ha la sensazione di non essere in grado di smettere di mangiare. L’abbuffata può essere innescata da sensazioni di tensione, noia, solitudine o tristezza. Essa termina perché la persona si sente estremamente piena o nauseata o perché teme di essere scoperta o perché ha esaurito le scorte di cibo. Anche se l’abbuffata può allentare la tensione e gli altri sentimenti negativi che l’hanno precipitata, i sentimenti di colpa che assalgono la persona dopo l’episodio di iperalimentazione sono tali da generare nuova ansia e tensione che, a loro volta, possono portare ad una nuova abbuffata.

Ricorrenti e inappropriati comportamenti di compenso. La persona tenta di mitigare gli effetti ingrassanti del cibo ingerito durante le abbuffate, mettendo in atto uno o più dei seguenti comportamenti: 

  1. vomito autoindotto; 

  2. uso improprio di purganti; 

  3. lunghi periodi di digiuno; 

  4. uso di farmaci ad effetto dimagrante; 

  5. esercizio fisico eccessivo.

·      Eccessiva influenza del peso e della forma corporea sui livelli di autostima. Analogamente alle persone anoressiche, anche quelle bulimiche sono eccessivamente preoccupate per la forma e il peso del loro corpo e hanno una distorta immagine di sé che influenza negativamente i livelli di autostima. Frequenti sono, quindi, i sentimenti di incapacità e inadeguatezza.

·      Sindromi psichiatriche associate. Frequentemente il quadro bulimico  coesiste con disturbi depressivi e ansiosi.

Differentemente dalle persone anoressiche, chi soffre di bulimia ha un peso normale o è lievemente sovrappeso. Inoltre, le conseguenze organiche dell'alterato comportamento alimentare non sono, in genere, così gravi come nell'anoressia nervosa.

I clinici riconoscono un terzo disturbo dell’alimentazione simile alla bulimia nervosa. Si tratta del cosiddetto disturbo da alimentazione incontrollata. Come nella bulimia sono presenti frequenti abbuffate alimentari, ma i comportamenti di compenso sono assenti o non sistematici. Inoltre gli episodi di alimentazione incontrollata sono associati con i seguenti indicatori:

  • mangiare molto più rapidamente del normale

  • mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni

  • mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati

  • mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando

  • sentirsi disgustato verso sé stesso, depresso, o molto in colpa dopo le abbuffate.

Generalmente le persone che soffrono di questo disturbo sono sovrappeso od obese, e si rivolgono a centri specializzati per la cura dell’obesità piuttosto che dei disturbi dell’alimentazione.

 

F.C.